evoluzione esercito romano

I manipoli, tipicamente, erano dispiegati in tre ranghi separati (lat. [66], I tribuni militari eletti annualmente, erano 24 (quattordici dei quali con cinque anni di servizio e dieci con dieci anni di servizio), sei per ciascuna delle 4 legioni arruolate e disposte lungo i fronti settentrionali, meridionali e a difesa dell'Urbe. Storia medievale — Le invasioni barbariche e la fine dell'Impero Romano d'Occidente: riassunto dallo spostamento degli Unni analizzando le varie popolazioni per giungere alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente Una prima riforma fu fatta dal re Servio Tullio: la leva veniva fatta in base al censo. E tuttavia erano ancora in grado di mettere in pratica alcune manovre, oltre alla falange (solitamente di otto linee), quali il fulcum (simile alla testudo) e il cuneus. Ecco cosa racconta Tito Livio: «Additum deinde omnium maxime tempestivo principium in multitudinem munere, ut ante mentionem ullam plebis tribunorumque decerneret senatus, ut stipendium miles de publico acciperet, cum ante id tempus de suo quisque functus ei munere esse. Una nuova serie di riforme furono poi portate a termine una volta divenuto unico Augusto, subito dopo la sconfitta definitiva di Licinio nel 324. Sebbene molte fonti della storiografia romana, compreso Livio e Polibio si diffondano estesamente sull'esercito romano in quel periodo dell'Età Regia che fece seguito alla presa di potere degli Etruschi, si tratta pur sempre di fonti tarde, mentre manca qualsiasi resoconto dell'epoca. Tuttavia, la tendenza a utilizzare truppe alleate o mercenarie era aumentato a tal punto che queste finirono per rappresentare una quota notevole del totale delle forze. III - Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente. [106], Il nuovo assetto organizzativo, tattico e strategico, che Diocleziano e Costantino I misero in atto, fu il frutto di una inevitabile evoluzione che nella crisi del III secolo aveva trovato la causa ed in Gallieno il primo artefice per la ricostruzione, due secoli dopo la grande riforma di epoca augustea. : +39 06 51607951 – Fax: +39 06 51605431 - Cellulare: +39 3382436678 Indirizzo web: www.gruppostoricoromano.it – Email: info@gruppostoricoromano.it P. IVA 05701081001 – C.F. ... un andamento discendente sotto i Regni romano-barbarici dei secc. [82], La grande capacità tattica di Annibale aveva messo in crisi l'esercito romano. L'organizzazione interna dell'esercito romano descritta da Polibio nel suo VI libro delle Storie, è da datarsi al principio della seconda guerra punica (218-202 a.C.). [47] Secondo il De Francisci, la cavalleria venne organizzata non più in centuriae, ma in turmae.[48]. [59] La formazione manipolare fu probabilmente copiata dai nemici Sanniti, a sud di Roma, forse quale conseguenza della sconfitta romana nella Seconda guerra sannitica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero, "The Army" in Cambridge Ancient History 2nd Ed Vol XIII (The Later Empire 337–425), Appendix: Naval Power in the Fifth Century, Il mondo di Roma imperiale, la formazione, Le forze armate nella storia di Roma Antica, Le armature romane in età imperiale. I coscritti dovevano soddisfare certe condizioni giuridiche e morali: I riconosciuti idonei prestavano giuramento e passavano quindi nei reparti d'istruzione. In totale dunque l’esercito romano nel I-II secolo d.C., al netto di successivi nuovi reclutamenti e creazione di nuovi reparti, contava all’incirca 400-450.000 uomini, sparsi in un territorio che andava dalla Britannia (conquistata da Claudio e che contava in media ben 3 delle circa 30 legioni) alla Mesopotamia. [69], I cittadini romani erano, inoltre, obbligati a prestare servizio militare, entro il quarantaseiesimo anno di età, per almeno 10 anni per i cavalieri e 16 anni per i fanti (o anche 20 in caso di pericolo straordinario). Ma se l'Impero fosse riuscito a controllare l'immigrazione dei Barbari e a romanizzarli, sarebbe riuscito a sopravvivere. Storia ed evoluzione Lo stesso ... della cavalleria se da un lato andava ad accentuare il carattere di maggior mobilità e "riserva strategica" del nuovo esercito romano nel su complesso, dall'altra riduceva le sue caratteristiche di esercito di "confine o sbarramento" che ne aveva caratterizzato il periodo precedente fin dai temi di Adriano. Per necessità tattica, le legioni erano quasi sempre accompagnate da un numero eguale o superiore di truppe ausiliarie più leggere,[98] che erano reclutate fra i non cittadini dei territori sottomessi all'Impero. L'evoluzione dell'esercito nel periodo Comneno (prima puntata) La struttura occidentale differiva sostanzialmente dall'orientale: mentre in Oriente, l'Imperatore aveva il controllo diretto dei capi dei suoi comitatus regionali, in Occidente questi erano dipendenti a un generalissimo militare, il cui titolo, secondo la Notitia, era quello di magister peditum praesentalis, ma è noto da altre fonti come magister utriusque militiae. Il comandante della flotta era il praefectus classis, quello della nave navarco (nauarchus). La flotta si rese utile, oltre alla guerra contro Cartagine, anche nella lotta alla pirateria nel mar Mediterraneo, ed anche per prendere il potere dell’Impero, come avvenne ad Azio (31 a.C.), quando Ottaviano “Augusto” sconfisse definitivamente Antonio. [89] Al tempo di Polibio, i triarii o i loro successori rappresentavano un tipo distinto di fanteria pesante armati con un unico tipo di corazza, mentre gli hastati e i principes erano divenuti ormai indistinguibili. [173] In sostanza si trattava di un sistema politico-militare che permetteva di dividere meglio i compiti di difesa del confine: ogni tetrarca, infatti, curava un singolo settore strategico e la sua sede amministrativa era il più possibile vicino alle frontiere che doveva controllare (Treviri e Milano in Occidente; Sirmio e Nicomedia in Oriente[173]), in questo modo era possibile stroncare rapidamente i tentativi di incursione dei barbari, evitando che diventassero catastrofiche invasioni come quelle che si erano verificate nel III secolo. [225] Secondo la Notitia, ben 10 dei 12 duces occidentali erano direttamente dipendenti al MVM e non al loro comes regionale;[217][226] tuttavia, questo non è in linea con la situazione in Oriente e probabilmente non riflette nemmeno la situazione né nel 395 né nel 425: un'organizzazione del genere sarebbe stata poco pratica, perché avrebbe impedito ogni efficace operazione congiunta tra comitatus e limitanei. I soldati venivano, infine, sottoposti ad un addestramento che mai in precedenza si era visto. [67] Sono esclusi dal servizio militare legionario coloro che avevano un censo inferiore alle 400 dracme (paragonabili a 4 000 assi secondo il Gabba[70]), anche se vengono impiegati nel servizio navale. Figura 6a (sin): Lastra tombale lucana (IV sec. La predisposizione per la cavalleria riguardava non solo le forze ausiliarie ed i numeri, ma anche le legioni stesse, dove il numero di cavalieri passò da 120 a 726 per legione. La guerra per salvare Roma, L'esercito romano. Prima della battaglia di Adrianopoli, ai barbari che migravano nell'Impero con il permesso dell'Impero (receptio) oppure come prigionieri di guerra non era permesso di conservare la loro unità di popolo: alcuni venivano arruolati nell'esercito, mentre il resto veniva sparpagliato per un'area vastissima come contadini non liberi; in questo modo l'Impero rendeva inoffensivi i nuovi arrivati, e li romanizzava. Nelle unità di fanteria tardo-imperiali vi erano numerose specializzazioni: exculcatores (lanciatori di giavellotto), sagittarii (arcieri), balistari (balestrieri o manovratori di piccole catapulte) e funditores (frombolieri). [212] Jones ed Elton sostengono che, dal 360 in poi, i duces erano dipendenti dal comandante del loro diocesano comitatus: il magister militum per Illyricum, Thracias, Orientem e il comes per Aegyptum, rispettivamente (sulla base di evidenze in Ammiano per il periodo 353-78 e da 3 superstiti decreti imperiali datati 412, 438 e 440). [185] I due titoli potevano tuttavia essere riuniti in una sola persona, tanto che in questo caso la denominazione della carica si trasformava magister peditum et equitum o magister utriusque militiae[186] (carica istituita verso la fine del regno, con due funzionari praesentalis[187]). I quadri sono formati prevalentemente con volontari anche barbari, e la leva forzata assume due forme: All'epoca di Giustiniano, il sistema della leva obbligatoria non è più praticato: l'esercito era formato da volontari e da mercenari stranieri. iniziò la barbarizzazione dell'esercito romano, Questo imperatore licenziò i mercenari, preferendo pagare 500 000, appartenere a determinate comunità dell'Impero, nei periodi più antichi, che il chiamato potesse inviare al suo posto un sostituto. La struttura orientale come presentata nella Notitia rimase in gran parte intatta fino al tempo di Giustiniano I (525-65).[213]. Se gli Hastati non erano in grado di battere il nemico, retrocedevano a passo lento e i Principes li accoglievano negli intervalli tra loro. Nel corso di una lunghissima storia, che ne ha fatto «l'istituzione militare più efficace e più longeva che si conosca nella storia umana»,[2] l'esercito romano ha conosciuto una continua evoluzione strutturale che, nel tempo, ne ha profondamente modificato l'organizzazione militare e la stessa costituzione. Comunque l'esercito romano lo aveva già usato per certo nel 250 a.c., durante l'assedio di Lilibeo, durante la I Guerra Punica: ... L'evoluzione della testuggine fu la testudo arietata, unendo appunto testuggine e ariete. I legionari, inquadrati da un corpo di ufficiali di professione - i centurioni - erano addestrati all’uso delle armi, a marciare, ad allestire il proprio campo, a schierarsi ed infine a manovrare in battaglia. [180] In particolare, secondo lo storico Zosimo, questo nuovo assetto fu la causa del progressivo stanziamento delle popolazioni barbariche nei territori imperiali, nonché il degrado dei centri urbani in cui venivano acquartierate truppe eccessivamente numerose. [237] Da un'attenta analisi della Notitia Dignitatum, possiamo ricavare che quasi la metà dell'esercito campale romano-occidentale andò distrutto nel corso delle invasioni del 405-420, e che le perdite furono solo in parte colmate con l'arruolamento di nuovi soldati, mentre molte delle ricostituite unità erano semplicemente unità di limitanei promossi a comitatenses, con conseguente declino dell'esercito sia in quantità che in qualità. Si conserva qui la tradizionale divisione tra Impero ed esercito romano, che sarebbero terminati alla fine del V secolo, e Impero ed esercito bizantino, [183] Il posto dei pretoriani fu sostituito dalla nuova formazione delle schole palatine, le quali ebbero lunga vita poi a Bisanzio ormai legate alla persona dell'imperatore e destinate a seguirlo nei suoi spostamenti, e non più alla Capitale.[184]. [232] Vegezio lamentò poi che non si costruissero più accampamenti e riferisce le conseguenze nefaste di questa scelta. Le file non erano compatte, ma suddivise in manipoli (ogni manipolo era composto da due centurie). Portò ordine nell'amministrazione finanziaria dello Stato romano, attribuendo un salario e una gratifica di congedo a tutti i soldati dell'esercito imperiale (sia ai legionari che agli ausiliari) con la creazione di un aerarium militare. I - Dalle origini alla fine della repubblica, L'esercito romano. I generali che comandavano questa forza, quindi, avevano nelle loro mani un potere incredibile e non è un caso che futuri augusti come Claudio II il Gotico o Aureliano ricoprissero questo incarico prima di diventare imperatori. I rematori (remiges) potevano essere schiavi o prigionieri di guerra, i marinai (nautae) liberti o alleati. Il termine esercito manipolare, cioè un esercito basato su unità chiamate manipoli (lat. Le devastazioni dovute alle invasioni e le perdite territoriali determinarono una costante diminuzione del gettito fiscale con conseguente progressivo indebolimento dell'esercito romano: un esercito professionale come quello romano, infatti, per essere mantenuto efficiente, aveva bisogno di essere pagato ed equipaggiato, e le ristrettezze economiche dovute al crollo del gettito fiscale portarono ovviamente a un declino progressivo anche dell'esercito. [171], La strategia dei due imperatori può essere considerata, col senno di poi, efficacissima nel breve termine (le incursioni barbariche, infatti, vennero respinte senza problemi per buona parte del IV secolo), ma deleteria quanto ai suoi effetti finali, dato che i costi enormi per il mantenimento dell'esercito finirono per pesare sempre di più su una struttura economica e produttiva già in grave crisi. [53] Era utilizzata all'interno della legione, la formazione manipolare (dal latino manipulus). L’esercito romano nel VI secolo d.C. Continuando la mia analisi dell’evoluzione storica dell’esercito dell’Impero Romano d’Oriente, passo a descrivere in qual modo l’esercito descritto dallo Strategikon si è evoluto, nel corso del V e VI sec. Il percorso evolutivo della struttura della milizia romana è schematizzabile in quattro distinte fasi: Vedi anche|Età regia di Roma|Storia delle campagne dell'esercito romano in età regia, Secondo quanto riferito da Livio e Dionigi di Alicarnasso, storiografi di Roma che scrissero in un'età molto più tarda, la più antica forma di esercito esisteva a Roma nell'VIII secolo a.C. A quell'epoca, la stessa Roma non era probabilmente nient'altro che uno stanziamento collinare fortificato, o poco più, con un esercito di entità relativamente modesta, il cui campo d'azione, limitato su piccola scala, consisteva "prevalentemente nell'esecuzione di incursioni e furti di bestiame con battaglie occasionali più simili a scaramucce". [84], Al termine della seconda guerra punica vi fu una nuova riduzione del censo minimo richiesto per passare dalla condizione di proletarii (o capite censi) ad adsidui, ovvero per prestare il servizio militare all'interno delle cinque classi, come aveva stabilito nel VI secolo a.C., Servio Tullio. L'esercito manipolare si basava in parte sul sistema di classi sociali e in parte sull'età e sull'esperienza militare,[64] e rappresentava quindi un compromesso teorico tra il precedente modello basato interamente sulle classi e gli eserciti degli anni che ne erano indipendenti. [234] La soluzione di Vegezio era tornare all'antico modo di combattere, alla "maniera romana", abbandonando il modo di combattere "alla barbara" introdotto dal sempre più crescente arruolamento di Barbari; in Occidente, tuttavia, per diverse ragioni, non si riuscì a invertire questa tendenza, portando alla sua rovina.[235]. Si hanno nello stesso periodo variazioni nella tattica militare e nelle modalità di combattimento. Egli, difatti, trasformò la "riserva strategica mobile" introdotta da Gallieno in un vero e proprio "esercito mobile" detto comitatus[181] ("compagnia"), nettamente distinto dall'"esercito di confine" o limitaneo. [212] Tuttavia, i decreti imperiali del ca. [84], Si veniva così a creare un reparto più solido ed omogeneo, con gli uomini della prima fila che tornavano a dotarsi di lunghe lance da urto. espansione territoriale di Roma, hanno avuto come diretta conseguenza, l’evoluzione dell’ordinamento militare dell’esercito romano. Inoltre, qualunque resoconto avessero tenuto i Romani all'epoca, sarebbe andato distrutto quando la città fosse stata in seguito saccheggiata. Sotto questo imperatore, Roma non solo fu dotata di una nuova cerchia di mura imponenti, ma le coorti urbane furono alloggiate per la prima volta separatamente dalle coorti pretorie, nei castra urbana. Gli uomini giovani e inesperti servivano tra gli hastati, gli uomini più anziani e con qualche esperienza militare erano impiegati come principes, mentre le truppe dei veterani, di età avanzata e con esperienza, rifornivano i triarii. Questo editto garantì la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'Impero, ponendo fine alla classe sociale dei peregrini. L'esercito romano devi quindi evolversi e trasformarsi in una macchina bellica più efficiente: giustamente gli autori sottolineano come il III secolo non sia un'età decadente, tutt'altro. La leva del 403 a.C. fu la prima a essere richiesta per una campagna che durasse più di una sola stagione[51] e da questo momento in poi tale pratica divenne gradualmente più comune, se non proprio abituale. Il periodo caotico 406-25 probabilmente provocò ripetuti cambiamenti ad hoc nelle relazioni tra comandanti e subordinati a seconda delle necessità del momento, confondendo il redattore finale della Notitia che, presumibilmente, decise di mostrare tutti questi ufficiali come dipendenti direttamente al MVM. d.C. a partire dall’esercito tardo romano del IV ed inizio V sec. Venivano scelti solo uomini appartenenti ad una delle tribù gentilizie adatti al combattimento per un totale di 3000 fanti (pedites) e 300 cavalieri (equites), suddivisi rispettivamente in 30 centuriae e 30 decuriae. Diocleziano creò una vera e propria gerarchia militare sin dalle più alte cariche statali, quelle dei "quattro" Imperatori, dove il più alto in grado era l'Augusto Iovio (protetto da Giove), assistito da un secondo Augusto Herculio (protetto da un semidio, Ercole), a cui si aggiungevano i due rispettivi Cesari,[174] ovvero i "successori designati". [15] La cavalleria era di molto inferiore in numero e consisteva probabilmente unicamente dei cittadini più ricchi della città. Spaul interpreta alcune unità aventi lo stesso nome e numero, seppure attestate in province differenti nello stesso periodo, come la medesima unità, in un atteggiamento estremamente cauto ed ipotizzando si spostino con una certa frequenza; al contrario Holder le considera unità totalmente differenti e quindi sommabili nel computo complessivo. [99] Si trattava della prima forma di un esercito di professionisti dove era abolita la coscrizione per censo, mentre i soldati veterani, che dall'esercito traevano quotidiano sostentamento (vitto e alloggio, oltre all'equipaggiamento), ottennero una pensione sotto forma di assegnazioni di terre nelle colonie e, più tardi, anche della cittadinanza romana. Ed ogni volta che i barbari sfondavano il limes romano e s'inoltravano nelle province interne, la "riserva strategica" poteva così intervenire con forza dirompente. Questo contribuì alla creazione di un esercito di professione, e la stessa Roma nel corso di quest’epoca si trovò a far fronte alle promesse di distribuzione delle terre ai veterani fatte dai suoi generali. I 13 duces di frontiera orientali sono elencati nella Notitia per diocesi in cui risiedevano: Illyricum orientale (2 duces), Tracia (2), Pontica (1), Oriente (6) e Egitto (2). Le armi imperiali da Augusto alla fine del III secolo, Armi e guerrieri di Roma antica. I guerrieri combattevano prevalentemente a piedi con lance, giavellotti, spade (con lame normalmente in bronzo, ed in rari casi in ferro, della lunghezza variabile tra i 33 ed i 56 cm[20]), pugnali (con lame di lunghezza compresa tra i 25 ed i 41 cm[21]) e asce, mentre solo i più ricchi potevano permettersi un'armatura composta da elmo e corazza, gli altri una piccola protezione rettangolare sul petto, davanti al cuore, delle dimensioni di circa 15 x 22 cm. Storia — Organizzazione dell'esercito di Roma (Caput Mundi)(formato word pg 5) . Probabilmente il comitatus dioclezianeo era costituito da due vexillationes (Promoti e Comites) e da tre legiones (Herculiani, Ioviani e Lanciarii), mentre la "riserva strategica mobile" di Gallieno era costituita unicamente da vexillationes. Da questo momento la centuria dell'esercito romano ebbe in media la metà dell'effettivo indicato dal suo nome; ... ed è d'altra parte naturale che gli ordinamenti militari romani abbiano assunto forme varie nell'evoluzione tre volte secolare dall'epoca di re Servio al sec. che cadde solo alla metà del XV secolo, anche se tecnicamente non vi è cesura tra l'esercito d'Occidente e quello di Oriente. L'ultima profonda modifica apportata all'esercito, a seguito della quale esso assumeva definitivamente la forma riportata nella Notitia Dignitatum, fu quella realizzata nel 365 da Valentiniano I (Augustus senior presso Milano) e suo fratello Valente (Augustus iunior presso Costantinopoli). [10], La legione si disponeva su tre file, nella tipica formazione a falange,[11] con la cavalleria ai lati. Non vos turbatis. In totale vi erano circa 340 000 uomini, di cui 140 000 servivano nelle legioni. Quale conseguenza, il servizio militare prestato ai livelli più bassi (e non remunerati) divenne progressivamente di più lungo termine. Nemo demittat bandum et inimicos seque». L’unità di base che costituiva l'ossatura dell’esercito romano era la legione (legio, da lego, cioè "scelgo"). Per strategia dell'esercito romano si intende l'insieme delle disposizioni adottate dallo Stato romano antico per realizzare i suoi obiettivi politici attraverso sia la selezione degli obiettivi militari, sia il processo diplomatico (spesso sostenuto dalla minaccia di un'azione militare immediata), comprese le risorse militari impiegate. The Evolution of the Roman Imperial Fleets, The Roman Empire: from Severus to Constantine, The Roman Imperial Navy: 31 B.C.-A.D. 324. [227] In particolare le auxiliae palatinae erano costituite da 500 - 1000 fanti, generalmente con armamento leggero, più versatili delle legiones ed impiegabili anche in azioni di guerriglia e rastrellamento. Il seguente sito web non è una testata giornalistica ma un sito amatoriale e pertanto non avrà un aggiornamento periodico. Egli andava così riunendo i tre manipoli di hastati, principes e triarii per dare loro maggiore profondità, attribuendo a loro lo stesso ordine. Si trattava di un'iniziativa resasi necessaria anche a causa della perdita degli Agri decumates tra il Reno ed il Danubio, che aveva portato i vicini Germani a trovarsi più vicini alla penisola italica, centro del potere imperiale.[169]. La riforma più sostanziale si ebbe con Caio Mario (fine II secolo a.C.), che promosse la il reclutamento volontario, lasciando tuttavia la leva obbligatoria: il periodo di ferma era ventennale, era retribuito ed era aperto anche aiproletarii. Egli iniziò a dividere la popolazione che era adatta alle armi, in contingenti militari. Fondatore e direttore artistico del Picentia Short Film Festival. Da qui l'espressione latina "Res ad Triarios rediit" ("essere ridotti ai Triarii"), quando si è in difficoltà.». Le fonti relative a questo periodo della storia militare romana non possono pertanto essere considerate affidabili al pari di quelle disponibili per epoche successive, come, ad esempio, a partire dalla prima guerra punica. Nella prima fase della repubblica romana l'esercito continuò a evolvere e, sebbene tra i romani vi fosse la tendenza ad attribuire tali cambiamenti a grandi riformatori, è più probabile che i cambiamenti fossero il prodotto si una lenta evoluzione piuttosto che di singole e deliberate politiche di riforma. [74] I fanti erano poi suddivisi in quattro differenti categorie, sulla base della classe sociale/equipaggiamento ed età:[75]. Le navi (che fossero a due, tre o cinque ordini di remi) potevano essere di due tipi: onerariae o frumentariae (da carico) o da guerra (naves longae). [241] Solo con l'uccisione di Maggioriano cominciò il vero declino: la rivolta del magister militum per Gallias, Egidio, legato a Maggioriano e perciò adirato per il suo assassinio, privò l'Impero d'Occidente dell'esercito delle Gallie, passato dalla parte del ribelle; l'Impero si trovò così costretto a fare concessioni territoriali a Burgundi e Visigoti per convincerli a combattere per conto dell'Impero il ribelle in modo da vincerlo e riportare sotto il suo controllo l'esercito gallico; ciò si provò inefficace, e le province galliche settentrionali sotto il controllo di Egidio si separarono dall'Impero, costituendo il Dominio di Soissons. Venivano addestrati a sopportare senza lamentarsi le fatiche delle lunghe marce di avvicinamento, ad allestire accampamenti e alla costruzione di macchine da guerra, tanto da meritarsi il soprannome di muli di Mario.[104]. I manipoli erano unità di 120 uomini, tutti provenienti da una medesima classe di fanteria. Vegezio, autore di un manuale di strategia militare redatto tra la fine del IV secolo e la prima metà del V secolo, si lamentò per l'imbarbarimento progressivo dell'esercito romano, il quale, cominciando a combattere alla maniera barbarica, perse il suo tradizionale vantaggio nella superiore disciplina e strategia militare; lo stesso Vegezio si lamentò per il fatto che l'imperatore Graziano avesse permesso ai suoi fanti, probabilmente di origini barbariche, di non indossare più elmo e armature, esponendoli maggiormente alle armi nemiche e portando come nefasta conseguenza a diverse sconfitte contro gli arcieri goti. [100][101] Ogni coorte era formata da tre manipoli oppure da sei centurie, composte a loro volta da un centurione, un optio, un signifer, un cornicen (che si alternava con un tubicen nello stesso manipolo, ma dell'altra centuria) e 60 legionari, per un totale di 64 armati a centuria, ovvero 384 a coorte. Ordinem servate. La legione contava così 3.840 fanti. Le sue manovre imprevedibili, repentine, affidate alle ali di cavalleria cartaginese e numidica, avevano distrutto numerosi eserciti romani accorrenti, anche se superiori nel numero dei loro componenti, come era avvenuto soprattutto nella battaglia di Canne. [38] Queste ultime furono chiamate posteriores[39] o sex suffragia,[40] portando così il totale dei cavalieri a 600. Scheidel, W., 1996, "Measuring Sex, Age and Death in the Roman Empire", Il termine è usato, occasionalmente, come un antico nome dei cavalieri romani: in, Nei circa due secoli che separano la Seconda guerra punica dall'avvento del Principato di Augusto si è calcolato che in media era impegnata ogni anno nell'esercito il 13 per cento della popolazione maschile sopra i 17 anni, con punte del 30 per cento (, Tale affermazione costituisce una congettura fondata sul fatto che l'ultimo a citare l'utilizzo del manipolo sia stato, Una forte guarnigione romana veniva posta nella nuova città di, Secondo Giorgio Ruffolo la cifra di un milione di uomini sotto Costantino è esagerata (. Per questi motivi egli introdusse per primo la coorte, elemento intermedio tra l'intera legione ed il manipolo. Il tribuno Avienus, membro della X Legione, fu scacciato da … Nonostante tutto, secondo alcuni studiosi, l'esercito romano fu efficiente fino ad almeno a Maggioriano (461). [89], La distinzione tra i tipi di fanteria pesante degli hastati, dei principes e dei triarii, iniziò a diventare più sfocata, forse perché era lo stato ad assumersi ora l'onere di fornire un equipaggiamento standard a tutti, tranne che alla prima classe di truppe, l'unica in grado di permettersi autonomamente un equipaggiamento. Il contingente della legione era composto da soli cittadini romani e schierato su tre file: hastati, principes e triarii, disposti per ordine di età (in prima fila gli hastati, più giovani, quindi principes e triarii).

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