Gio Ponti, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche, Accademia dei Facchini della Val di Blenio, Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Gio_Ponti&oldid=117436103, Sepolti nel Cimitero Monumentale di Milano, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, Voci biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, 1957 Casa di abitazione in via Plinio, 52 a Milano (con Antonio Fornaroli e, 1960 Casa di abitazione in via Bronzino, 5 a Milano (con Antonio Fornaroli e. S. Sermisoni (a cura di), "Gio Ponti. Other outputs of the time include the 1928 Monument to the Fallen with the Novecento architects Giovanni Muzio, Tomaso Buzzi, Ottavio Cabiati, Emilio Lancia and Alberto Alpago Novello, The 1930s were years of intense activity for Ponti. Si è inaugurata il 26 novembre al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, a Roma, la mostra GIO PONTI. [1] In Caracas, Ponti had freedom to accomplish one of his masterpieces: the Villa Planchart (1953–1957), a house designed as a work of art on the heights of the capital, immersed in a tropical garden. Outside, the walls were like suspended screens that defined the space of the house. Ponti also contributed to the creation in 1954 of one of the most important design awards: the Compasso d'Oro prize. L’intervento ha comportato la demolizione di sole strutture recenti ma sono stati mantenuti elementi come la porta blindata del caveau per testimoniare la lunga fase di vita ospitata proprio in quei locali dell’edificio. artista verso gli artisti, in Gio Ponti e l’architettura sacra, Silvana Editoriale 2005. Nel 1950 Ponti cominciò a impegnarsi nella progettazione di "pareti attrezzate", ovvero intere pareti prefabbricate che permettevano di soddisfare diversi bisogni, integrando in un unico sistema apparecchi e attrezzature fino ad allora autonome. Negli anni venti, avviò la sua attività di designer all'industria ceramica Richard Ginori, rielaborando complessivamente la strategia di disegno industriale della società; con le sue ceramiche, vinse il "Grand Prix" all'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi del 1925[3]. Lit from behind, the facade turned into a bright screen at night. Ponti also offered to Domus readers detailed plans of a circular house called Il scarabeo sotto la foglia (1964– The beetle under a leaf). With his new designs, he won the great prize for ceramics in 1925 at the International Exhibition of Modern Decorative and Industrial Arts in Paris. 1931–1936: Case tipiche (typical houses), via de Togni. The construction of the Rasini building (1933–1936) with its flat roofs marked the end of his partnership with Emilio Lancia around 1933. 1957–1959: Carmelite convent, Bonmoschetto. A block away, in via Dezza, Ponti built a nine-story apartment building, which housed his family. [7] In the late 1930s, Ponti deepened his research on Mediterranean housing by collaborating with writer and architect Bernard Rudofsky. [6] Ponti chose bright and functional spaces with simple lines, including a fan-shaped building that housed three amphitheaters. Wood structure and legs and velvet upholstery. ), Daniel Sherer, “Gio Ponti: The Architectonics of Design,” Catalogue Essay for, Daniel Sherer, “Gio Ponti in New York: Design, Architecture, and the Strategy of Synthesis,” in, This page was last edited on 11 December 2020, at 19:33. In 1934 he was given the title of "Commander" of the Royal Order of Vasa in Stockholm. In these years he was influenced by and associated with the Milanese neoclassical Novecento Italiano movement. Visualizza altre idee su Architettura, Architettura moderna, Architetti. He also planned a film adaptation of Luigi Pirandello's Enrico IV for Louis Jouvet and Anton Giulio Bragaglia. In quegli anni, la sua produzione fu improntata più ai temi classici, mostrandosi più vicino al movimento Novecento, esponente del razionalismo[4]. He also obtained the Accademia d'Italia Art Prize for his artistic merits, as well as a gold medal from the Paris Académie d'Architecture. - Architetto e designer italiano (Milano 1891 - ivi 1979). Laura Conconi, saggio critico di, "Ambrogio Pozzi. Nel 1951, si unì allo studio insieme a Fornaroli, l'architetto Alberto Rosselli[11]. With Ceramica D'Agostino, he designed tiles with blue and white or green and white motifs that once combined create different more than a hundred motifs. 1978: Objects made from silver leaf in collaboration with Lino Sabattini. Gio Ponti si laureò in architettura presso l'allora Regio Istituto Tecnico Superiore (il futuro Politecnico di Milano) nel 1921, dopo aver sospeso gli studi durante la sua partecipazione alla prima guerra mondiale.Nello stesso anno si sposò con la nobile Giulia Vimercati, di antica famiglia brianzola, da cui ebbe quattro figli (Lisa, Giovanna, Letizia e Giulio). Ponti è il direttore di Domus, una delle riviste di architettura più importanti a livello internazionale. progetto: Ponti Gio ... 1954), in cui mettere in opera, in un sorta di campionario dell'edilizia moderna, tutti i tipi possibili di strutture, materiali, finiture, serramenti, arredi e di impianti che gli studenti avrebbero dunque potuto conoscere dal vero. At Eurodomus 2 in Turin in 1968, Ponti presented a model of a city, Autilia, for which he imagined a continuous vehicle circulation system. Maurizio Boriani, Corinna Morandi, Augusto Rossari. [4], Still in Milan, the 108-meter-high (354 ft) Littoria Tower (now Branca Tower), topped by a panoramic restaurant, was built in 1933 on the occasion of the Fifth Triennial of Decorative Arts, which inaugurated its new headquarters built by Giovanni Muzio. E’ la 699 Superleggera di Gio Ponti e Cassina, che in questo 2017, compie i suoi primi 60 anni. Nonostante questo, Ponti realizzerà nella Città universitaria di Roma nel 1934 la Scuola di Matematica[17] (una delle prime opere del Razionalismo italiano) e nel 1936 il primo degli edifici per uffici della Montecatini a Milano. Together with this manufacturer, he also produced geometrically decorated and coloured tiles to cover the floors of the Salzburger Nachrichten newspaper's headquarters in Salzburg in 1976. He was involved in many projects, particularly in his native city of Milan. 1933–1936: Rasini building, bastioni di Porta Venezia. [8] Construction continued in Milan. 1973–1975: Tiling for Ceramica d'Agostino. In collaboration with the Milanese firm Ceramica Joo, he created diamond-shaped tiles with which he covered most of his facades (Villa Arreaza in Caracas, 1954–1956, Villa Nemazee in Tehran, 1957–1964, Shui Hing department store in Hong Kong, 1963, San Carlo Borromeo Hospital Church, 1964–1967 and Montedoria building, 1964–1970 in Milan). His studies were interrupted by his military service during World War I. Costruire è carattere della loro razza, forma della loro mente, vocazione ed impegno del loro destino, espressione della loro esistenza, segno supremo ed immortale della loro storia.». In 1952, he created a new agency with Antonio Fornaroli and his son-in-law Alberto Rosselli. In the United States, he participated in the exhibition Italy at Work at the Brooklyn Museum in 1950, and created furniture for Singer & Sons, Altamira, and cutlery for Reed & Barton ("Diamond" flatware, 1958),[16] adapted for production by designer Robert H. Ramp). He designed a considerable number of decorative art and design objects as well as furniture. 1928: Borletti building, via San Vittore. 1934: Room "Più leggero dell'aria" ("Lighter than air") at the Esposizione dell’aeronautica italiana, Palazzo dell'Arte. Ponti also coordinated the Italian and European editions of the Eurodomus design exhibitions, including the exhibition "Formes italiennes" in 1967 at the Galeries Lafayette in Paris. Giò Ponti P.Luigi Nervi, Centro Pirelli 1955/56 A- Strutture di travi, di telai Strutture piastra nervata o piena. Ponti è stato sia un designer che un architetto che ha creato oggetti che vanno dalle macchine da caffè e sedie alle case e persino alle chiese. This villa has since been destroyed. He fought in the Pontonier Corps with the rank of captain, from 1916 to 1918, receiving the Bronze Medal and the Italian Military Cross. Caratteri costruttivi:. Voleva creare una sedia senza aggettivi e finì per inventare lei, la Superleggera, famosa proprio per quell’epiteto che riassume in cinque sillabe tutte attaccate la sua eccezionalità. [16] It was also in 1940 that he began working with the decorator and designer Piero Fornasetti. strutture: travi e pilastri in cemento armato; facciata: lastre di pietra (basamento); intonaco civile in vari colori (piani superiori) Milano è la città dove Gio Ponti realizzò molte delle sue opere. Nel 1923 partecipò alla I Biennale delle arti decorative tenutasi all'ISIA di Monza e successivamente fu coinvolto nella organizzazione delle varie Triennali, sia a Monza che a Milano. The sky and light became important protagonists of his architecture. Together, they imagined in 1938 the Albergo nel bosco on the island of Capri, a hotel designed as a village of house-bedrooms, all unique and scattered in the landscape. Arrivano la Domus Ioni, la Domus Fausta, la Iulia. Questa seduta ha fatto la storia del design. From 1936 to 1961 he worked as a professor on the permanent staff of the Faculty of Architecture at Politecnico di Milano University. 1960–1964: Tiling for Ceramica d'Agostino. He also married Giulia Vimercati in 1921; they had four children (Lisa, Giovanna, Letizia, and Giulio) and eight grandchildren. See more ideas about Chiavari chairs, Chiavari, Chair. 1935–1938: First Montecatini building, via Turati. The family Bouilhet who entrusted him with his first architectural commission abroad, with the construction of the Ange Volant (1926–1928, in collaboration with Emilio Lancia and Tomaso Buzzi), a country house located on the edge of the Saint-Cloud golf course, on the outskirts of Paris. [16] From its fruitful collaboration with Cassina, the Leggera and Superleggera (superlight) chairs, the Distex, Round, Lotus and Mariposa chairs are now among the classics of Italian design. 1953: Furniture and organized walls for Altamira, 1956: Enameled cooper objects and animals in collaboration with. the chair, which was very strong but also so light that it can be lifted by a child using just one finger. L’edificio della Scuola di Matematica di Giò Ponti, realizzato tra il 1932 ed il 1935, si distingue per la sua originalità in termini di scelte progettuali, costruttive e strutturali all’interno della della città universitaria di Roma di Chiara Turco - 12.06.2020 Thanks to his involvement, the Biennale underwent tremendous development: renamed the Triennial of Art and Modern Architecture in 1930 and relocated to Milan in 1933, it became a privileged place to observe innovation at the international level. Scopo di “Gio Ponti Archives” è amministrare e accrescere la banca dati riferita a Gio Ponti, mettendo in relazione informazioni e materiali di diversa natura, proprietà, origine. During his career, which spanned six decades, Ponti built more than a hundred buildings in Italy and in the rest of the world. Still published today, Domus is a reference in the fields of architecture and design. Within the new multidisciplinary review of art, architecture and interior design Domus, which he founded in 1928 with the publisher Gianni Mazzochi and which he directed almost all his life, Ponti had the opportunity to spread his ideas. 1971: Gabriela chair for Walter Ponti, San Biagio. Inizialmente nell'arte delle ceramiche il suo disegno rifletteva la Secessione viennese[senza fonte] e sosteneva che decorazione tradizionale e arte moderna non fossero incompatibili. He also submitted in 1971 a project for the future Centre Georges-Pompidou in Paris by proposing to model an axis in the capital linking the Baltard pavilions in les Halles pavilions to the future modern art museum thanks to an art "garden". Dessert spoon and fork (Sabattini); photo 1963. 1956–1957: Diamond-shaped tiles and ceramic pebbles for Ceramica Joo, Limito. 1933–1938: Case tipiche (typical houses), via Letizia and via del Caravaggio. Nel 1941 fonda la rivista Stile[9], la cui pubblicazione termina nel 1947[10]. 1935–1936: Laporte house, via Benedetto Brin. In the last years of his life, Ponti was more than ever in search of transparency and lightness. Partecipò all'Associazione del Disegno Industriale (ADI) e fu tra i sostenitori del Premio Compasso d'oro, promosso dai magazzini La Rinascente[7]. Upholstery not original. 1971: Competition for the Plateau Beaubourg, 1976: Tile floors for the headquarters of the. ... con strutture e tecnologie di cui molte volte non abbiamo bisogno e che vanno contro l’equilibrio ambientale e la bellezza del nostro paesaggio naturale». After World War 2, with the emergence of the Italian economic boom, the 1950s were a busy time for Ponti, who traveled abroad. Sempre negli stessi anni iniziò anche la sua attività editoriale: nel 1928 fondò la rivista Domus, testata che diresse fino alla sua morte, eccetto che nel periodo 1941-1948 in cui fu direttore di Stile[4]. Giovanni Ponti, detto Gio[1] (Milano, 18 novembre 1891 – Milano, 16 settembre 1979), è stato un architetto e designer italiano fra i più importanti del dopoguerra[1]. Ricevette tra l'altro numerosi premi sia nazionali che internazionali, diventando infine professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 1936, cattedra che manterrà sino al 1961.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]. Qui iniziò il periodo di più intensa e feconda attività sia nell'architettura che nel design, abbandonando i frequenti riallacci al passato neoclassico e puntando su idee più innovative. The furniture also became flexible and space-saving in order to optimise space. Nello stesso anno si sposò con la nobile Giulia Vimercati, di antica famiglia brianzola, da cui ebbe quattro figli (Lisa, Giovanna, Letizia e Giulio)[2]. He participated in the redevelopment and interior design of several Italian liners (Conte Grande et Conte Biancamano, 1949, Andrea Doria and Giulio Cesare, 1950, Oceania, 1951), showcases the know-how of his country. Gio Ponti Architetto, designer e accademico, Gio Ponti (Milano, 18 novembre 1891 – 16 settembre 1979) è, insieme a Ettore Sottsass, il capofila dei designer italiani del '900 più ricercati dai collezionisti. Many models also emerged in the 1960s, such as the Continuum rattan armchair for Pierantonio Bonacina (1963), wooden armchairs for Knoll International (1964), the Dezza armchair for Poltrona Frau (1966), a sofa bed for Arflex, the Novedra armchair for C&B (1968) or the Triposto stool for Tecno (1968). 1967: Tableware for Ceramica Franco Pozzi. [13] After this major success, Ponti played a major role in the modernisation of Italian decorative arts, especially thanks to his involvement in the Monza Biennials and the Milan Triennials. He saw his facades as folded and perforated sheets of paper with geometric shapes. In 1966, collector Giobatta Meneguzzo built his version of the beetle under a leaf in the province of Vicenza and entrusted the Italian designer Nanda Vigo for the interior design. The bottles evoke stylized female bodies. Ponti is also involved in the project to expand the new university campus in Rome, led by the urban planner Marcello Piacentini by designing the School of Mathematics school, inaugurated in 1935. 1948: Coffee machine La Cornuta for La Pavoni. 1961–1964: Parco dei Principi hotel, via Mercadante. Pirelli di Milano con Gio Ponti, l’Aula delle Udienze in Vaticano), strutture espositive e impianti sportivi, in particolare in con-nessione con le Olimpiadi di Roma del 1960. Nel 1952 costituisce con l’architetto Alberto Rosselli lo studio Ponti-Fornaroli-Rosselli[10]. This small oval building was covered with white and green ceramic tiles, both inside and outside, including the roof. [19] The aim of this review was to document all forms of artistic expression in order to stimulate creation through an independent critical perspective. #2. Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma conserva un Fondo dedicato a Gio Ponti, consistente in 16.512 schizzi e disegni, 73 plastici e maquettes. Arianna Roggeri "Il rapporto tra due geni del design italiano: Gio Ponti e Ambrogio Pozzi. [3] From 1936 to 1961, he taught at the Milan Polytechnic School and trained several generations of designers. Daniel Sherer, “Gio Ponti in New York: Design, Architecture, and the Strategy of Synthesis,” in Espressioni di Gio Ponti, ed. AMARE L’ARCHITETTURA, a cura di Maristella Casciato e Fulvio Irace con Margherita Guccione, Salvatore Licitra, Francesca Zanella. Ad esempio, tra Gio Ponti e José Antonio Coderch. La GESTIONE IMPIANTI gestisce impianti e strutture sportive a Milano città, in numerosi comuni della provincia nonchè in altre località.. Potrete trovare tutte le informazioni per l'utilizzo degli impianti e per partecipare ai numerosi corsi ed attività sportive organizzate.
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