brigate gialloblù scontri

E anzi alla gara di ritorno fecero in modo da segnare definitivamente le “relazioni diplomatiche”, aiutati dal rancore delle Brigate gialloblu. Un sentimento di patriottismo mi si insinuò dentro e, nel bene e nel male, da allora sono sempre stato onorato di essere veronese e la maglia gialloblu è il simbolo della mie radici. Brigate Gialloblu Una volta erano i guerrieri di Verona. BRIGATE in trasferta a Napoli 1973-74 BRIGATE in trasferta a Firenze contro i Viola stagione 1983-84 Ci fermammo ad un bar dove un'altra decina di ragazzi, con vespette e ciao bordati di gialloblu stava muovendosi verso la stadio. Sulle Bg è stato detto molto, spesso parlando a vanvera o facalizzando solo alcuni aspetti, io posso dire che in curva ho stretto amicizie che mi porterò dietro per sempre e che la stragrande maggioranza dei frequentatori della sud erano ragazzi come me, non certo teppisti o delinquenti. Molte tifoserie hanno definito "pesante" l'aria che si respira a Verona. Ogni contenuto è liberamente riproducibile. Sempre nel 1973, il famoso 20 maggio, le BG si fanno un nuovo nemico. In un Bentegodi pronto a festeggiare la scudetto della stella milanista, dove solo nella parte centrale della curva qualche stendardo gialloblu rompe il muro rossonero, Zigoni & C. umiliano il Milan. Oggi la generazione delle Brigate Gialloblu sul viale del tramonto, ma i giovani hanno ereditato la reputazione di questo gruppo, uno dei piu' temuti, rispettati e imitati del panorama ultras italiano. Se a fare notizia sono gli scontri e i processi, la sud veronese continua ad offire lo spettacolo di sempre, con coregrafie e cori da brivido. e ex-Brigate Gialloblù la rivalità era molto accesa, anche per motivi politici, almeno a quei tempi). Con il campionato 1978-’79 finisce l’era Garonzi e il Verona torna in B. Il primo torneo nella serie cadetta, preceduto da una campagna acquisti che non promette un campionato di vertice, vede il Bentegodi svuotarsi, curva compresa. La bandiera era in salvo ma il vespino di Lucio non ne era uscito molto bene. Degli scontri con i bolognesi nel 1973 si è già detto. Degli scontri con i bolognesi nel 1973 si è già detto. C’erano anche quelli, è vero, ma erano davvero una minoranza. Lucio non mi aveva detto che voleva andare alla partita e io non ne avevo proprio nessuna voglia. I tafferugli iniziarono molto presto: dapprima risse, scazzottate, poi si cominciarono ad usare le aste delle bandiere e in curva iniziò ad entrare anche chi, con il pretesto della partita e la relativa libertà di agire in un gruppo, sfogava semplicemente la propria aggressività. “Sei arrivato prima tu dei genoani” mi disse mentre cercavo di farmi posto nella parte posteriore del sellino. Prima ancora di salire le scale della curva sud fui investito da un urlo assordante: “Genoa, Genoa: vaffanculo!”. Il Genoa si portò sul 2-0 e dalla curva opposta arrivavano sempre più fitti gli sfottò. Ci fermammo in un bar, poco distanti dallo stadio, sul viale che portava alla stazione. Curva aperta si diceva in precedenza, aperta anche ai tifosi avversari quindi. Prima di entrare mi affidò la bandiera sincerandosi che avrei fatto buona guardia: “Guai se qualche genoano tenta di fregartela: difendila a costo di sanguinare!”. "Il sesto pubblico d'Italia. Hellastory è ottimizzato per una risoluzione dello schermo di 800x600 pixel. Sono passati più di dieci anni dalla fondazione delle BG e la realtà del calcio è cambiata radicalmente, così come sono cambiate le curve. Sembra impossibile che all’epoca le tifoserie non fossero divise, ma era proprio così, anzi: il Bentegodi fu il primo stadio in Italia, fin dalla metà degli anni ’70, a disporre le tifoserie ospiti nella curva opposta, a meno che non ci fossero buoni rapporti con le BG. Ricominciano le trasferte oceaniche (almeno 5.000 veronesi invadono Rimini nell’82) e, purtroppo, anche gli scontri con le tifoserie avversarie. Nella partita contro la Juventus del marzo 1977, sulla pista di atletica dello stadio veronese viene rinvenuta addirittura una bomba a mano! Lucio ed altri due ragazzi entrarono per acquistare i biglietti (non ho mai capito perché li avessimo presi lì e non al bigoncio). “Zigogol” è il giocatore che ha la possibilità di cambiare il volto di una partita, l’ultimo santo a cui votarsi quando le cose vanno male. Però tutti continuavano a cantare. Ma chi cazzo erano ‘sti genoani? Il mio amico però era più incazzato per essersi perso il corpo a corpo con i genoani. Quando il “derby” si gioca a Vicenza (perché gli ultrà vicentini non arrivano mai in massa a Verona), la partita diventa particolarmente a rischio e si registrano incidenti praticamente ad ogni incontro. Io ero davvero scosso, e se prima non avevo avuto paura, adesso mi stavo cagando addosso: mi ero sporcato i jeans, il giubbotto, mi faceva male una gamba e la scarica di adrenalina mi lasciava adesso tremante. Inevitabili gli scontri che la polizia frenò dopo diverse cariche. A partire dalla stagione 76-77 il fulcro del tifo gialloblu è in Curva Sud, con le Brigate, mentre in gradinata il seguito dei fedelissimi fedeli a una linea non violenta e filo societaria vedono assottigliarsi le … Lucio con i numeri era un mostro e, in effetti, passammo il resto della mattinata a studiare. Per una corretta visione si consiglia l'uso del browser Microsoft Internet Explorer versione 5 o successiva con Javascript, Popup e Cookies abilitati. Lucio abitava a Santa Lucia e mi venne a prendere alla stazione con il suo vespino verso le 9 di mattina. Siamo all’8 maggio 1983, a una penultima di campionato che proietterà Verona alle vertiginose altitudini della Coppa Uefa, con noi ancora incerti della salvezza. Nel Settore P delle ex-Brigate Gialloblù, esposto in alto lo striscione “Un secolo d’amore”. Mi stavo proprio divertendo e quando uscimmo fuori da un sottopasso della ferrovia e mi trovai davanti (ancora in lontananza ma in tutta la sua maestosità) il Bentegodi, fui avvolto da un brivido. Le BG, trascorsi venti anni intensissimi e frenetici, sono stati costretti a sciogliersi. Tra l’altro non capivo cosa volesse dire “salvarsi” applicato ad una squadra di calcio. Verso fine stagione ( con certezza ) compare il primo striscione Brigate. Inizia una rivalità storica tra le due tifoserie, destinata a raggiungere l’apice negli anni ’80. La nascita delle Brigate Gialloblù avvenne il 30 novembre 1971, presso il Bar Olimpia di Borgo Venezia I primi brigatisti provenivano per lo più dalla grande città, mentre i primi paesi della provincia veronese in cui si sviluppò il fenomeno furono Cerea, Vigasio, Valeggio, Bovolone, Nogara e la Valpolicella.. Le canzoni prodotte dalla curva sono davvero tante, difficile farne un censimento completo, quel che è certo è che, mentre le altre tifoserie si cimentano con brevi slogan scopiazzati l’uno dall’altro, le BG si distinguono nel proporre vere e proprie canzoni, anche in dialetto, seguendo arie popolari. La tifoseria di destra, come la Lazio" - Duration: 7:24. Non avevo proprio idea di chi fossero i genoani, e non mi passò neanche per la mente che il termine potesse avere qualcosa a che fare con la città di Genova e con il calcio. Forum Gialloblu: Muro: BG nel Mondo: Fori de Testa: Visti da Noi: Amici e Rivali: Wallpapers: Audio e Video: Area Links : Fermana-Ascoli: assalto al settore bianconero : Mantova”. Ne più ne meno di quanto sia assurdo giustificare le tante guerre che ci sono nel mondo. È il caso di quelle con Sampdoria e, soprattutto, Fiorentina (le uniche di quel periodo ancora vive e vegete), ma anche con i granata del Torino e con i giallorossi della Roma i rapporti sono ottimi (con i romani l’idillio non durerà comunque molto). Sarei stato suo ospite a pranzo, a cena e avrei pure passato la notte da lui. La nascita delle Brigate Gialloblù avvenne il 30 novembre 1971, presso il Bar Olimpia di Borgo Venezia I primi brigatisti provenivano per lo più dalla grande città, mentre i primi paesi della provincia veronese in cui si sviluppò il fenomeno furono Cerea, Vigasio, Valeggio, Bovolone, Nogara e la Valpolicella.. Negli anni ’60 Verona fu ribattezzata la “Liverpool d’Italia”. Non si tratta solo di risse: in più occasioni, nei dintorni del Bentegodi, vengono trovate bottiglie molotov, spranghe, catene, pugni di ferro. I rapporti tra la gioventù veronese e la perfida Albione, meritano quindi qualche riga. Si tratta di una rinascita vera e propria. Ma cazzo, continuavano ad arrivare genoani e noi eravamo davvero pochi. Le Brigate Gialloblu quindi, sono ancora vive e vegete. Storia La nascita delle Brigate e lo sviluppo. In quegli anni le Brigate decisero di abbandonare il vecchio striscione per uno nuovo (la scala a tre pioli come simbolo sormontante la data di nascita, 1971) e per la prima volta è usata la tela cerata. Non ci fu bisogno di nessuno scontro ulteriore perché i genoani si misero a correre verso lo stadio. Nel 1976 alcuni esponenti delle BG stringono un gemellaggio storico con una curva inglese: quella del Chelsea, squadra conosciuta più per le intemperanze del proprio pubblico che per i meriti sportivi. Ma a convincermi del tutto sul fatto di andare alla partita, furono i gadget di Lucio: sciarpa e berretta a righette gialle e blu, confezionate dalla madre, e la bandiera, anch’essa artigianale, formata semplicemente da due drappi gialloblu cuciti insieme. –Civitanovese: antica rivalità, poi sono anche amici dei sambenedettesi, ai quali avrebbero donato lo striscione “Monticelli Bianconera”. Va detto comunque che Verona non è certo un’eccezione: la violenza negli stadi esplode in tutto il suo fragore e nel 1979, durante il derby Lazio-Roma, si registra la prima vittima: un tifoso laziale colpito da un razzo. Brigate Gialloblu: "Maggio 1999 l'inizio dei problemi" Commenti ridotti delle Brigate dopo gli scontri: "I tifosi di Ancona conoscono la verità!" Ma perché tutto ‘sto casino per la bandiera di Lucio? Di sicuro c’è che la curva sud non perde assolutamente il suo ruolo di primo piano come fattore di aggregazione per i giovani della città e della provincia. Per la prima volta nella mia vita mi era reso conto di appartenere a qualcosa più grande di me, mi ero reso conto di essere veronese prima ancora che tifoso del Verona. Lo stadio all’epoca era piuttosto isolato rispetto alla città, non c’erano ancora il palazzetto dello sport, i parcheggi e la tangenziale, in pratica, dietro la curva nord, c’era la campagna. Sul programma pomeridiano invece, non mi aveva ancora detto nulla, lo fece sua madre che, mentre portava in tavola una quantità esagerata di bolliti annegati nella pearà, disse: “Allora oggi andate alla partita? La tensione è accresciuta dalla vittoria per 3-1 che l’Hellas riporta sul campo. (E sia detto anche alle ragazze)" (Achille Campanile) Spettatori e/o tifosi di Nicola [...] gli scontri fra le Red-white panthers del Vicenza, di sinistra, e le Brigate Gialloblu di Verona, di destra), devastazioni fuori dagli stadi, azioni di guerriglia, attacchi alle ...Leggi Tutto Probabilmente, l’attrezzo bellico è stato lanciato proprio dalla curva sud e, solo per una fortunata coincidenza, la seconda “sicura” ha tenuto impedendo l’esplosione. Di stampo prettamente campanilista (aggravata in seguito anche dalla matrice politica) è invece la rivalità con i vicentini. Solitamente, quando il resto delle tifoserie si era adeguato alla curva veronese, imitandola, le BG erano già oltre, pronte a proporre qualcosa di nuovo. vis..l'ho detto che mi dispiace sia cos� lungo per� non mi sentivo di tagliare delle parti visto che � una storia che � durata 20 anni.. Ricordiamoci della fossa dei grifoni.. non sono di parte ma penso realista.. Secondo me anche gli Ultras Viola ( infatti le Brigate Gialloblu pare che sotto la Sud ne buscarono dagli Ultras Viola per� erano gli anni 70 cmq... ) lo sarebbero stati se non si fossero sciolti nel 1983 quindi avendo preso parte solo ai primi tre degli anni 80... � scomparsa agli inizi degli anni 90 la fossa.. Gemellaggio cn voi che si ruppe, ma gi� era abb logoro, quando in una partita di Coppa Italia nostra a Genova contro i ciclisti vi presentaste in curva doriana esponendo uno striscione molto visibile( poco prima di Italia 90). Le B.G. Contiene comunicati del gruppo, commenti e notizie sul campionato, fotografie e uno spazio di discussione. Inizia il ciclo del Verona straordinario di Bagnoli e la curva sud si prepara a varcare i confini nazionali. Non si tratta solo di risultati: è venuto il momento, fisiologico, di un cambio generazionale. Considerando che nello stile di vita dei coetanei inglesi, la frequentazione degli stadi era già una realtà all’inizio degli anni ’70, si intuisce facilmente come l’osmosi con i “turisti” veronesi abbia prodotto effetti anche sul tifo delle BG. La nuova generazione di brigatisti è figlia di questi cambiamenti ed ogni giudizio sul decennio 1982-1991 deve essere dato in quest’ottica. Tutte le mattine prendevo il treno alla stazione di Nogara per recarmi a scuola in città e lo presi anche quella domenica: dovevo fare una full-immersion di calcolo compustico con Lucio, il mio compagno di banco, in vista del compito in classe del lunedì mattina. La curva sud si distingue anche per le coreografie che culminano nel momento in cui le squadre si dispongono in campo. L’egemonia culturale giovanile inglese aveva contagiato tutto il nostro paese, ma Verona ne fu colpita in modo particolare, e la “swinging London” divenne una delle mete più sognate dai giovani veronesi. I tifosi veronesi sono sopra la Fossa e, nonostante il gemellaggio con le “Brigate Gialloblù Verona”, la comprensibile tensione porta ad un reciproco lancio di oggetti. Il mio rapporto con il calcio era molto semplice: qualche tiro nel campetto parrocchiale il sabato pomeriggio e ignoranza pressochè assoluta in fatto di squadre, giocatori e così via. Temevo il peggio. La potenza del coro era davvero impressionante. Il Verona fece il miracolo e a pochi minuti dalla fine, dopo aver pareggiato, segnò anche il gol della vittoria! C'è la squadra in allenamento, gli ultrà fermani lanciano bombe carta. -Un tifoso modenese venne diffidato per due anni, per aver rotto il setto nasale alla fidanzata, dopo che aveva scaricato la sua rabbia su di lei perchè la squadra che stava perdendo a Gubbio, durante il … Non c’era il porto, non c’era il retroterra industriale, non c’era nemmeno uno squadrone come quello dei “reds”, ma in città e provincia nascevano come funghi gruppi musicali (bands) che si ispiravano ai Beatles, agli Who, ai Cream, ai Kinks etc. Il rischio di andare alla partita e trovarsi al centro di tafferugli rischiando anche di finire in ospedale, si fa sempre più concreto; ma d’altra parte, il fascino della curva è qualcosa di irresistibile e sono sempre di più i giovani che si lasciano trascinare, così com’è successo a “Ciccio”: “Ci sono 3 date storiche nella mia vita: il mio compleanno, quello di mia figlia e il 30 gennaio 1977, quando sono entrato per la prima volta al Bentegodi. Pochi anni prima, nel 1987, dodici tifosi del Verona appartenenti alle Brigate gialloblu erano stati arrestati in seguito ai violenti scontri di Brescia-Verona e condannati per “associazione a delinquere”. Dalla curva si alzano i cori, ritmati dai tamburi, mentre bandiere gialloblu di ogni dimensione si muovono tutte assieme accompagnate dal lancio di grossi coriandoli, da fumogeni colorati e dallo scoppio di petardi e raudi di grosso calibro: si tratta di una coreografia classica degli anni ’70 ma la fantasia veronese ha saputo nel tempo evolversi e cambiare costantemente. Dietro il sellino della vespa Lucio aveva approntato un perfetto portabandiera e così partimmo alla volta del Bentegodi, con il bandierone che faceva oscillare lo scooter e che quando si frenava ti arrivava in faccia chiudendoti la visuale.

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